venerdì 7 gennaio 2011

Seconda missiva al sindaco di Sesto Fiorentino

Sui recenti eventi a Sesto Fiorentino (leggi QUI e QUI) segnalo questa lettera di Franco Marchi

Egregio sindaco Gianassi,

Ho letto con piacere la missiva inviata a don Alessandro Santoro (leggi QUI ndr).
Le avevo scritto un altro messaggio, e penso che ne abbia ricevuti molti e che non possa rispondere a tutti, considero quanto scrive a don Alessandro come una risposta a me e ad altri che le hanno scritto. Ed altri leggeranno la mia missiva a Lei per semplificare le comunicazioni, cosa che so che è cosa alla quale Lei tiene per come vedo che ha organizzato e razionalizzato la stessa.

Come le scrivevo ho letto la sua breve biografia sul sito del comune e non le nascondo che mi piace. E proprio per questo, in questa missiva che leggerà la sua segreteria sarò franco e spero conciso.

Trovo una sorta di affanno nel leggerla. Un affanno che forse nasce dal fatto che dal 1990 i trasferimenti agli enti locali territoriali sono in continuo calo e per un amministratore che desidera amministrare in forma corretta è fonte sia di ansia sia di limiti che a volte possono costringere a delle scelte nel destinare le risorse.

A Quaracchi non può e non deve vivere nessuno, sottoscrivo questa sua affermazione, ma lo sgombero senza alternative porta a conseguenze gravi ed immediate in chi ci abita e che ritiene che essa sia la miglior soluzione possibile. Come Lei sa nella piccola comunità vivono anche bambini, anziani e malati che hanno diritti in quanto persone, riconosciuti da leggi europee ed italiane. Ho letto su un foglio elettronico locale interventi di suoi elettori che descrivono la piccola comunità come "difficile", ma fatta di persone che hanno diritti. Condivido quanto hanno scritto, e Le ricordo che le soluzioni e le risorse non devono essere solo del suo comune, ma, il problema deve essere affrontato con il grande comune sul confine, Firenze, e altri soggetti pubblici e gruppi di volontariato. Si lamenta che Sesto è stato lasciato solo ad affrontare gravi problemi, ma adesso che Quaracchi è esploso come problema, penso che possa avere la forza di risolvere l'emergenza attraverso la sua lunga esperienza e i valori che l'hanno portato in politica. Non diventi un nuovo De Corato toscano, ma segua la tradizione della sua terra che fra le molte cose fu il primo stato, come Granducato, che abolì la pena di morte e che fu con un suo conterraneo, Filippo Mazzei, l'ispiratore della parte più bella della costituzione statunitense, ovvero il diritto alla felicità.

Come scrivevo prima non è la crisi economica che taglia le gambe agli enti locali ma la scelta di ridurre i trasferimenti dal 1990 da parte di tutti i governi che si sono susseguiti. Lei scrive:
"Non si tratta di cinismo, ma di responsabilità. Cinici sono tutti quanti ritengono si debba fare tutto per tutti." e anche "A loro, come a tutti i cittadini di Sesto devo il mio impegno prioritario, senza distinzione né di razza né di etnia."
Mi permetta di contraddirla su due punti. Gli stranieri come gli italiani sono cittadini di Sesto, pagano tasse e gli stranieri comunitari possono votare e venire eletti. La comunità non deve essere divisa fra gli uni e gli altri. Lei oltre che persone amministra un territorio con le sue caratteristiche e i suoi problemi.

Scrive anche: "Purtroppo io non ho soluzioni". Credo che convenga con me che le soluzioni vadano cercate, e a volte con difficoltà, senza accettare una soluzione, quella di adesso, che peggiora e di molto le condizioni di un gruppo di persone. Riunisca intorno ad un tavolo amministratori, con le loro frustrazioni per non poter dare alcune risposte, e associazioni con i loro sogni. È probabile che ci si possa avvicinare alla miglior soluzione possibile, e chi non verrà a quel tavolo convocato da Lei se ne assume le responsabilità. Porti ad un livello collettivo quello che sente come sua responsabilità il dover scegliere fra creare o tagliare.

Concludo dicendo che mi ha fatto sorridere quando ha scritto: "Capisco anche come sia più facile e di maggior colore, e certo di maggior risonanza, attaccare un Sindaco radicato nei valori della sinistra piuttosto che i rappresentanti del Governo, ma io mi assumo, e per intero, soltanto le responsabilità che ho..."
I comportamenti più discriminanti sono fatti da amministratori del centrodestra, una minoranza del centrosinistra, però, non è da meno. A Padova un paio di anni fa alcuni consiglieri del PD, uno comunale ed altri circoscrizionali, organizzarono una raccolta di firme contro i rom, in poche ore smisero dopo l'intervento del sindaco Zanonato. Non abbia timori, non è più facile attaccare un sindaco di sinistra, per me è sicuramente più difficile perché penso ai tanti che si assumono oneri nel rapporto con alcuni cittadini che pochi, anche nel centrodestra fanno.

La prego pertanto a non credere che non vi siano soluzioni.

franco marchi

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